LO SAPEVI CHE ...

Ricca di proteine, antiossidanti e vitamine, se utilizzata in cucina; pronta a sostituire la plastica o a trasformarsi in carta, in tessuto o addirittura in un combustibile, se destinata ad altri usi. Conosciuta dalla notte dei tempi e utilizzata nella medicina naturale, la canapa è una delle piante più versatili del mondo. Vittima del proibizionismo, perché confusa con la “sorella” marijuana, la canapa industriale sta acquisendo sempre più fama, vincendo la diffidenza dei consumatori. Celebrata da più parti, nel campo bio ma anche nei grandi eventi, come “Canapa Mundi”, questa pianta merita, dunque, di conquistare un posto di primo piano tra le specie vegetali amiche dell’uomo e dell’ambiente. Ecco dieci cose che forse non sapevate sulla canapa.

 

1) La parola “anestesia” in cinese è composta da due caratteri (ideogrammi) che significano rispettivamente “Cannabis” e “Intossicazione”. Nulla di cui stupirsi, dal momento che la Cannabis in Cina viene utilizzata soprattutto per usi medici dal 2.700 a.C. ed è uno degli elementi naturali su cui si poggiano millenni di medicina tradizionale.

 

2) Uno dei primissimi esemplari di jeans fu realizzato con tessuto di Canapa. In particolare, il primo modello da lavoro (poi diventato di uso comune) dei leggendari Levi’s, fu prodotto a metà del XIX secolo con tasche di fibra di Canapa, l’unico materiale capace di non cedere sotto il peso delle pepite raccolte dai ricercatori d’oro.

 

3) Negli Stati Uniti d’America, per la precisione in Virginia, tra il 1763 e il 1767, fu promulgata una legge che ordinava a tutti i possessori di terre di destinare una parte degli appezzamenti alla semina di Canapa. Questo perché era una materia prima di estrema importanza, definita “essenziale al benessere e alla protezione del paese” da Thomas Jefferson in persona.

In poche parole, c’è stato un tempo in cui la coltivazione di Cannabis era obbligatoria.

 

4) Le industrie farmaceutiche sono state tra le più acerrime nemiche della Cannabis e hanno contribuito in maniera decisiva (attraverso il signor John Rockfeller) alla sua proibizione. Negli anni in cui nacque il proibizionismo di questa pianta, Big pharma era intenta a mettere a punto le prime medicine sintetiche con l’obiettivo di abbandonare i meno remunerativi farmaci naturali, a cominciare proprio dalla Cannabis.

 

5) Se la Canapa non fosse stata bandita, oggi il pianeta terra non sarebbe così inquinato. Basti sapere che tutto quello che viene prodotto col petrolio (plastica e combustibili in primis), potrebbe esser fatto (ed era fatto) con la Canapa. Un esempio? Le reti da pesca fino alla fine dell’Ottocento erano in fibra di Canapa, 100% eco-sostenibili e bio-degradabili.

 

6) Una selezione di scienziati ed esperti in medicina interna, psichiatria, farmacologia e sociologia dell’Accademia di Medicina di New York, produsse già nel 1944 uno studio approfondito sugli effetti medici, psichiatrici e sociali dell’uso di Marijuana. Le scoperte della commissione furono riassunte in tredici punti, i più importanti dei quali certificavano che:

  • fumare Marijuana non portava alla dipendenza nel senso medico del termine; 
  • il suo uso non favoriva la successiva dipendenza da eroina, morfina o cocaina;
  •  la campagna sui presunti effetti catastrofici del fumo di Marijuana era da ritenersi infondata.

A tale studio non fu data alcuna rilevanza e fu mandato nel dimenticatoio.

 

7) Nel 1993 oltre 19 milioni di elettori italiani, votarono un referendum nel quale si stabilì che il consumo di Cannabis (e di ogni altra sostanza) non dovesse essere considerato un crimine. Ciò nonostante, ad oggi, milioni di semplici consumatori continuano ad essere letteralmente perseguiti.

 

8) La canapa e la sua fibra vegetale trovano un ottimo impiego in quella che viene definita bioedilizia, ovvero edilizia sostenibile. Prima di tutto, sintetizzando il carbonio, la canapa riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera ed è quindi in grado di rendere gli ambienti in cui è applicata più salubri e meno inquinati. Ma non è solo questo a renderla speciale in questo settore: l’uso di blocchetti o della calce di canapa è in grado di garantire un ottimo isolamento termo-acustico, protezione da insetti e microbi, regolamentazione termo–igrometrica, traspirabilità e resistenza al fuoco.

 

9) La Canapa è talmente legata alla storia italiana da esser stata inserita nei nomi di paesi e località. Alcuni esempi sono la frazione Canevoi nel Bellunese (Veneto) o il Canavese in Piemonte. A Bologna c’è via della Canapa, a Cesena via Canapino, a Forlì via Canapona, a Udine via Canapificio. E casi simili si possono trovare in tutta Italia, da nord a sud.

 

10) Uno dei primissimi esemplari di jeans fu realizzato con tessuto di Canapa. In particolare, il primo modello da lavoro (poi diventato di uso comune) dei leggendari Levi’s, fu prodotto a metà del XIX secolo con tasche di fibra di Canapa, l’unico materiale capace di non cedere sotto il peso delle pepite raccolte dai ricercatori d’oro.